Il percorso di visita del primo piano del Museo Casa Don Bosco comincia con lo sviluppo architettonico del quartiere di Valdocco dalle origini fino ad oggi. Sono presenti cinque plastici che descrivono l’evoluzione a partire dal 1846, con l’arrivo di Don Bosco: il primo rappresenta Casa Pinardi con il percorso di accesso dall’antica strada di campagna via della Giardiniera; il secondo presenta la chiesa di San Francesco di Sales (1852) e l’evoluzione del complesso del primo oratorio con le attuali Camerette. Nel terzo modellino troviamo il complesso di edifici dominato dalla Basilica (1863-‘68, con l’annessione della Casa Filippi e, sull’asse della primitiva via della Giardiniera. La nuova costruzione della tipografia (1861); infine l’edificio scolastico al limite orientale della proprietà, costruito nel 1863. Il quarto plastico presenta la situazione attuale dell’intero complesso e i relativi cortili. Alle pareti troviamo i bozzetti originali eseguiti per la pubblicazione del testo “L’Oratorio di Don Bosco” di F. Giraudi, fondamentale per la comprensione del complesso sviluppo architettonico ed edilizio.

La sala prosegue con l’esposizione di opere d’arte realizzate da artisti legati, per diverse ragioni, a Don Bosco e all’Oratorio delle origini, oltre che alla stagione pittorica torinese della seconda metà dell’Ottocento. Sono qui collocati l’ovale con San Francesco di Sales, collocato da Don Bosco nell’abside della chiesa omonima sin dal 1852 e probabilmente dono della Marchesa di Barolo; un grande dipinto raffigurante San Giovanni Battista, forse uno dei quadri delle lotterie, legato al pittore Carlo Tomatis e collocato nel coro primitivo della Basilica sin dal 1869.

Di Tommaso Lorenzone (1824-1902) è il bozzetto della pala dell’altare maggiore della Basilica; di Giuseppe Rollini è la grande tela dell’Immacolata, dipinta per la chiesa di San Giovanni Evangelista, di cui è esposto anche il bozzetto, donato a Don A. Sala, economo generale della Congregazione salesiana dal 1880 al 1895. Posto di rilievo è occupato dal modellino ligneo della cupola della Basilica (G. Rollini): esso permette di osservare da vicino gli episodi narrati come la Battaglia di Lepanto. La collezione pittorica continua nella sala successiva con i ritratti di Don Bosco ad opera di E. Reffo (1909), G. Rollini (1888), P. Gaidano (1889).

Nella sala successiva vengono esposti i profili biografici di alcuni tra i primi collaboratori di Don Bosco: San Giuseppe Cafasso, Don Giulio Barberis, il teologo G.B. Borel, Don G.B. Lemoyne. Essi aiutarono il ‘Santo dei giovani’ nelle origini e nel primo consolidamento dell’oratorio di Valdocco, specialmente sotto il profilo pedagogico ed intellettuale.

Nello spazio espositivo sono collocati il primo tavolo del Consiglio Generale, già tavolo della biblioteca di Casa Pinardi sin dalla metà del XIX secolo. Il mobile-libreria appartenne a Don Michele Rua: egli collocò tale armadio nella camera di Don Bosco, quando andò ad abitarvi alla morte del Santo. Qui collocato, tale arredo vuole testimoniare la custodia fedele della memoria di Don Bosco. Interessanti oggetti liturgici accompagnano l’esposizione dedicata a Cafasso, Barberis, Borel, Lemoyne, come l’ostensorio donato per chiesa s. Francesco di Sales, appunti di predicazione, una copia originaria del Vademecum.

Proseguendo nella visita si incontrano tre sale destinate a Don Paolo Albera, Don Michele Rua, cardinal Cagliero. Un’ulteriore sala vede lo sviluppo della figura di Don Bosco-editore.

In ciascuna sala sono collocati alcuni oggetti appartenuti a loro appartenuti oltre a ritratti che lo colgono nei loro tratti caratteristici.