Il secondo piano del Museo Casa Don Bosco è caratterizzato dal cuore pulsante di tutto Palazzo Pinardi, ovvero le Camerette di Don Bosco. La visita è introdotta dall’Anticamera già Prima camera di Don Bosco (1853-1861): questa stanza servì da camera da letto, sala di ricevimento ed ufficio (cfr MB IV, 657-658). Qui Don Bosco scrisse molte delle sue prime operette popolari. Si può notare un frammento autentico del pavimento dell’epoca. Con l’ampliamento del 1861 ed il trasferimento del mobilio nel vano successivo, questa camera venne trasformata in sala di aspetto per i visitatori. In questa camera sono accaduti avvenimenti fondamentali: nel 1854 Domenico Savio incontra Don Bosco e legge le parole Da mihi animas coetera tolle e il 18 dicembre 1859 Don Bosco fonda la Congregazione Salesiana: si trova qui esposto l’originale del verbale di fondazione.
Si prosegue con la Camera di Don Bosco (1861-1887): qui il Santo vi trascorse molte notti lavorando e studiando. L’allestimento filologico descrive la sua quotidianità attraverso il letto, il divano, le sedie e la scrivania, dove Don Bosco compose le Regole dei Salesiani e delle Figlie di Maria Ausiliatrice.
Dopo la morte del Santo questa stanza servì per 22 anni da ufficio e da camera da letto di Don Rua. La sistemazione museale attuale ha riportato la stanza al suo aspetto originale: sulla base della documentazione storica, sono stati ricollocati gli arredi e la sistemazione dei mobili in relazione agli anni trascorsi qui da Don Bosco (1861-1887).
Procedendo si giunge nella stanza che funse da Cappella dal 1886 con un altare (ora spostato nella cappella nuova) che sostituì definitivamente l’armadio-altare. La cappella fu benedetta dal card. Alimonda, arcivescovo di Torino, il 24 gennaio 1886, festa di San Francesco di Sales.
Nella cosiddetta Camera della morte il Santo venne trasferito nel periodo dell’ultima malattia (fine 1877-31 gennaio 1888). La camera fu arredata con mobili donati da benefattori. Nel luogo in cui si trovava il letto della morte è stata allestita una teca con le vesti originali di Don Bosco: la veste talare, il cappotto con la mantelletta pellegrina, i cappelli e il tricorno.
Nel 1876 sul fronte della casa fu ricavata la Galleria, un lungo balcone coperto dotato di ampie finestre che guardano direttamente sul cortile.
Nella Galleria trovavano spazio inginocchiatoi utilizzati per il sacramento della confessione dei ragazzi, quando Don Bosco anziano faceva fatica a scendere in Basilica.
Nell’angolo di collegamento tra l’ala delle Camerette e l’edificio del 1853 si trovava una camerata per i ragazzi. Secondo la tradizione, qui dormì anche san Domenico Savio. In questo luogo si trovano oggetti, video storici e memorie che illustrano la Beatificazione e la Canonizzazione di san Giovanni Bosco: sono esposti la pregevole urna lignea eseguita su disegno dell’architetto salesiano G.Valotti ed utilizzata per la beatificazione, oltre ai paramenti realizzati da quaranta suore Figlie di Maria Ausiliatrice e il paliotto ricamato su seta marezzata avorio. Quest’ultimo era destinato all’altare provvisorio del Santo; tale altare di San Pietro nella Basilica, ora luogo dell’urna di Don Bosco. In questo ambiente trova spazio anche la brocca del miracolo, dono della famiglia Clément, legato ad un caso di bilocazione di Don Bosco avvenuta il 14 ottobre 1878 nella Drôme, a Saint-Rambert d’Albon.
Continuando nella visita, una sala è dedicata alla missionarietà salesiana con l’esposizione dello storico piccolo mappamondo di Don Bosco e la talare di mons. Luigi Versiglia. Un evocativo allestimento suggerisce poi il luogo della morte di Mamma Margherita.
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